Vito Alesi (Camporeale) “Futuro incerto, scuole calcio tra luci e ombre”

di Valentino Sucato

Vito Alesi neo-allenatore del Camporeale ambiziosa squadra di prima categoria, illustra la sua visione del calcio attuale, tra potenzialità e ritardi.

Calcio che focalizza interessi particolari o di nicchia e trascura gli interessi generali ?

“Il calcio in continuano evoluzione, non condivido quello che succede in tantissime scuole calcio, allenatori che cercano solo il risultato non focalizzandosi sulla prestazione sia di collettivo ma soprattutto individuale. Si fa poco lavoro di tecnica di base che per me è l’essenziale per poter giocare a calcio”

Nel tempo come si è perso il vero senso del calcio ad esempio lo “street-football” 

“Si. Ai miei tempi si giocava in strada da lì imparavi molto, senza bisogno di pareti sponde”

Scuola-calcio si, scuola-calcio no! Come la pensi?

“Scuola-calcio si se si parla di vere Scuole Calcio. Scuola-calcio no quando dopo la scuola porto mio figlio a perdere un’ ora dietro al pallone. Ho visto delle scuole calcio dove prendono la palla la buttano in campo con istruttori non qualificati e senza competenze solo per fare numeri è solo business non funziona. La vera scuola calcio è quella dove si impara la tecnica di base, come correggere la postura del corpo, come stare individualmente ma anche dentro il collettivo”

Tu sei uno dei grandi saggi del calcio belicino. Quali sono le potenzialità nelle varie realtà locali?

“Grazie per il saggio. Si sta crescendo in tutti i paesi anche se non è facile per via delle strutture. Siamo rimasti indietro rispetto ad altre realtà ma spero con il tempo tutti i campi verranno sistemati. Per noi il calcio è lavoro, passione ma dobbiamo avere il giusto materiale per poter lavorare nei migliore dei modi”. 

Tablet, telefonini stanno cambiando il modo di vivere dei ragazzi? Più sedentarietà e meno sport?

Ma proprio lì dobbiamo lavorare tramite le istituzioni, entrate nelle scuole perché lo sport in generale cambia la cultura di un paese. Ti confronti, cresci, socializzi, stai in gruppo, rispetti orari, ecc. Insomma aiuta a vivere!”

Belice, grosso bacino di passione calcistica. Poggioreale, Salaparuta, Santa Margherita Belice, Montevago, Gibellina, Contessa E., Menfi, Sambuca tante sono le differenze infrastrutturali. Chi è più avanti e chi indietro?

 “Partiamo tutti dalle stesse basi di partenze. Si cerca di crescere tra mille difficoltà, perché non è come al nord dove vi sono mille aziende disposte a sponsorizzare il calcio. Credo nel tifo e nel suo valore di sostegno alle società e per questo faccio un invito ad andare allo stadio del proprio paese per dare una mano alle società che con tanti sacrifici portano avanti il movimento calcistico”

A Camporeale che calcio stai respirando?

Ottimo, qui c’è voglia di crescere, il Camporeale è una società che ha fame un paese che ha tanta voglia di fare bene. Al pre-raduno eravamo in 45 al campo, dimostrazione che c’è voglia di fare. Spero con il lavoro dentro il campo di salire sempre più in alto mantenendo sempre i piede saldi a terra sia nella vittoria sia nelle sconfitta. Ma soprattutto invito i miei giocatori di giocare con voglia, fame, grinta, soprattutto per senso di appartenenza per i colori indossati”