Sporting Termini, mister Tripi “Girone B molto rognoso”

di Giuseppe La Russa

Ieri lo Sporting Termini ha vinto a domicilio contro l’Empedoclina per 1-2, nella quarta giornata del girone B di Prima Categoria. La vittoria mancava da due settimane ed era arrivata, ancora in trasferta, contro il Petralia Soprana. Soddisfatto Vincenzo Tripi, tecnico della squadra palermitana, che, dopo diversi anni di inattività, è ritornato ad allenare e lo ha fatto collaborando con la squadra del suo paese, lo Sporting Termini. Con lui abbiamo parlato del girone che affronterà la sua squadra e dei cambiamenti nel nuovo modo di concepire il calcio.

Mister Tripi, cosa si prova a ritornare in panchina dopo alcuni anni?

“Preciso che non è certo stata mia volontà rimanere fuori dai giochi ma di situazioni che non mi hanno permesso di potere dare il meglio di me.  Come tu sai, nelle categorie, sotto la promozione, spesso si improvvisa e questo sistema non mi appartiene. Inoltre ormai é d’obbligo portare una dote alle società per essere scelto. Io potevo e posso mettere a disposizione le mie competenze, sono rientrato per dare una mano come collaboratore alla famiglia Geraci, che sta facendo un lavoro stupendo con i giovani del vivaio”

Cosa pensa del girone B di Prima Categoria?

“Il Girone B di Prima Categoria è un girone molto tosto e rognoso. Sono sicuro però che faremo molto bene”

Senza un impianto sportivo, siete sempre costretti a giocare in trasferta. Quanti sacrifici bisogna affrontare durante tutto l’anno?

“Questa è la grande vergogna di una città che ha trasudato storia calcistica e rimane assurdo come intere generazioni non hanno calcato il terreno del glorioso Crisone, tutto ciò a danno dello Sporting Termini, costretto ad elemosinare campi nel circondario con notevole impegno logistico e finanziario.  Alla famiglia Geraci va tutta la mia stima e riconoscenza”

Cosa pensa del calcio odierno?

“Il calcio attuale è simile ad un artefatto social,  privo di pathos e di sacrifici. Oggi si pensa di arrivare a determinati obiettivi, senza impegno e dedizione. In una parola, questo sport, con il passare del tempo, sta diventando anaffettivo”