Il Presidente del Ragusa, Giacomo Puma, annuncia le proprie dimissioni. Alla base della scelta del massimo dirigente della squadra di Serie D “una generale indifferenza che investe la principale squadra di calcio della città. Le cui sorti sembrano non interessare nessuno, a parte un centinaio, o poco più, di fedelissimi che ne seguono storicamente le vicissitudini”.
Una scelta “dolorosa – continua Puma – soprattutto dopo gli anni stupendi vissuti alla guida della società azzurra assieme ai tanti amici imprenditori che hanno gioito e sofferto per le emozioni che questi colori ci hanno regalato. Ora, però, per quanto mi riguarda, è arrivato il momento di prendere una direzione inevitabile”. Decisione influenzata anche dalle attività professionali di Puma, legate al mondo delle scommesse e quindi inconciliabili con il ruolo apicale ricoperto nella società azzurra.
“E’ chiaro che la città di Ragusa ha un potenziale grandissimo, economicamente parlando. Ma il calcio non rientra tra i progetti futuri di questa città. E quindi, come sembra, se nessun altro percorso risulterà disponibile, la società sta ventilando pure l’ipotesi di mettere a disposizione la vendita del titolo. Lo ribadisco: nessuno vuole arrivare a questo. Ma essere stati messi con le spalle al muro, ha determinato quella che, al punto in cui stanno le cose, sembra essere l’unica scelta sensata. Il futuro ci dirà se abbiamo avuto ragione o meno. Però, intanto è così”.
“Ci dispiace, e molto – conclude Giacomo Puma – per quel centinaio di persone che ci ha seguito, nel bene e nel male, e che ha condiviso il nostro percorso che ci ha portato alla conquista della Serie D. Oggettivamente, però, e ce ne siamo resi conto anche illustrando questi numeri a potenziali investitori provenienti da fuori, per una città di quasi 75mila abitanti la percentuale di presenze allo stadio è davvero infinitesimale. Per cui tutti gli investitori di cui sopra hanno storto il naso e hanno declinato l’offerta. E’ un circuito vizioso da cui non riusciamo a uscire. Sarà che Ragusa è fatta così. E non possiamo farci niente. Stando così le cose, la direzione che ho preso è l’unica possibile”.