07 Novembre 2024, 13:16
Come un fulmine a ciel sereno, lo scorso martedì sono arrivate le dimissioni di mister Giuseppe Vigneri da allenatore della Polisportiva Lascari & Cefalù. Il tecnico, nonostante il buon gioco espresso, si è scontrato contro le prime quattro forze del campionato in maniera repentina, riuscendo solo a collezionare un punto, con tante defezioni in mezzo al campo, come l’infortunio di Punzi contro il Partinicaudace, e quello di Maniscalchi, ritornato qualche settimana fa a disposizione. Una squadra, inizialmente progettata per un campionato di Promozione al vertice, una volta ripescata, ha pagato, a care spese, l’ingresso nella massima categoria regionale, risultando all’ultimo posto in classifica, nonostante la classifica, almeno in queste battute iniziali, sia molto corta. In tutto questo, come ormai di consueto, a farne le spese è stato mister Giuseppe Vigneri, il quale ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni da allenatore della squadra, lasciando le chiavi della panchina al suo ex perno di centrocampo, Raffaele Palazzo il quale, dopo Aspra, guiderà la sua seconda squadra, svolgendo il ruolo di allenatore-giocatore. Abbiamo chiesto a mister Vigneri quali fossero i motivi delle sue dimissioni, arrivate dopo il buon pareggio ottenuto contro il San Giorgio Piana.
“Con il Lascari & Cefalù il feeling era nato già lo scorso anno, quando guidavo il Marineo e giocammo un’amichevole estiva in fase di preparazione. Piacqui alla dirigenza madonita che iniziò a seguirmi. Dopo il bel campionato scorso, a maggio fui contattato e mi fu prospettato un programma allettante: o Promozione a vincere oppure, se ripescati, Eccellenza da salvezza tranquilla. Il progetto era stimolante e sentii di essere desiderato, così bastò poco a fare scoccare la scintilla e trovare l’accordo”
“Ma sicuramente c’è stata un po’ di confusione in fase di allestimento della rosa, perché essere in bilico con la categoria inevitabilmente comporta da un lato la necessità di attrezzarti adeguatamente, dall’altro l’impossibilità di poter concludere accordi di un certo livello senza la certezza della massima categoria. Inoltre, per un allenatore che vuole dare stile e identità, è complicato iniziare l’1 agosto con metà rosa per via del fatto che tanti erano ancora impegnati con il proprio lavoro stagionale, perché è proprio quello il periodo in cui getti le basi del modello di gioco e costruisci la mentalità. Tuttavia, unitamente allo staff, abbiamo cercato di modulare un lavoro che potesse sopperire a queste problematiche e abbiamo fornito dei programmi personalizzati ai vari assenti; è chiaro però che, per quanto puoi proporre singolarmente, il lavoro sul campo è un’altra cosa. Mentre tante società svolgevano persino doppi allenamenti a ranghi quasi completi, noi svolgevamo sedute uniche e a ranghi ridotti”
“Ho iniziato a percepire scricchiolii dopo il match di Mondello contro la Parmonval, mentre la certezza di non poter continuare l’ho avuta domenica dopo, paradossalmente, il bel pareggio col San Giorgio Piana. E non perché, contrariamente a ciò che mi è stato imputato, non avessi più il polso della squadra: se non avessi più avuto il controllo dei giocatori, non credo che avremmo giocato una buona partita contro i secondi in classifica, riuscendo a guadagnare un punto importante. Bensì, a fine partita, dopo un confronto con la società e in particolare con la direzione sportiva, mi sono accorto di non godere più della piena fiducia che però, fino a qualche giorno prima, mi era stata espressamente rinnovata, seppur naturalmente a condizione che arrivassero da subito punti e prestazioni. Ora, con questo non voglio accusare nessuno o recriminare nulla, perché una società è libera anche di rivedere le proprie decisioni e modificarle ma sto semplicemente chiarendo bene i fatti. A quel punto, abbiamo capito di non poter continuare più e, ci tengo a precisarlo, senza alcuna polemica, abbiamo chiuso il rapporto. In merito ci tengo a puntualizzare che, salvo una piccola buonuscita, ho rinunciato agli emolumenti perché va contro la mia etica venire pagato per stare a casa”
“Beh, sicuramente il nostro mercato è stato nebuloso, per usare un eufemismo. La squadra era stata pensata in un certo modo ma abbiamo trovato tantissime difficoltà, sia nel raggiungere gli obiettivi individuati, sia nel dover fare fronte a infortuni importanti e indisponibilità di lungo corso, come detto. Forse, questa è una colpa che mi riconosco, avrei dovuto essere meno aziendalista e più fermo rispetto a certe richieste. Sicuramente io ho sbagliato qualcosa e ammetto serenamente che non sono riuscito a connotare la squadra come avrei voluto, ma altrettanto sicuramente posso affermare, senza voler apparire tracotante, che certe dinamiche non mi hanno aiutato”
“La voglia di tornare subito in sella è tantissima, perché amo questo lavoro e non sono tre mesi storti che possono provocare in me un rigetto; adesso sicuramente per qualche giorno riposerò, dato che da luglio 2023 praticamente vivo in apnea, poi vedremo se capiterà un progetto serio e stimolante, in una società che voglia darmi fiducia. Da questa esperienza ho imparato tanto, mi sento ancora più forte, temprato e motivato”
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07 Novembre 2024, 13:16