Pantano, la sua storia : “Vi racconto il mio calcio, a Locri per una scelta di vita”

di Nunzio Currenti

“Il calcio è la mia vita, giocherò ancora per molto tempo… “. Giordano Pantano è stato da sempre un innamorato del calcio. Sin dai primi passi, sempre forte dei valori di una famiglia che lo ha sempre sostenuto senza riserve. Classe 1992, oggi vive un nuovo capitolo della sua carriera in forza al Locri, in Serie D. Si racconta con la solità sincerità, ripercorrendo tratti importanti della sua carriera che l’hanno visto sconfinare anche in Islanda, nella terra dei Vulcani. Figlio di quella passione vera, di chi crede fortemente nel suo lavoro, nell’esperienza che sta vivendo, nella Serie D dal brand fortemente siciliano.

A Locri l’inizio di stagione non poteva essere dei più incisivi. Il 2-0 inferto all’Akragas vale i primi tre punti della stagione conditi da una buona prova personale. “L’avventura Locri arriva ad un punto della mia carriera , dove credo di aver raggiunto la piena maturità e consapevolezza delle mie capacità. La piazza e la società sin da subito mi hanno accolto benissimo, sono felice di questo perché ci sono le basi per fare qualcosa di bello”.Pantano

I primi calci a soli 5 anni. L’esordio in Eccellenza, a sedici anni a Viagrande. L’approdo alla Lazio, in Primavera, per l’inizio di un sogno a Formello. Sino a oggi, Giordano non si è mai risparmiato, diventando una garazia in ogni squadra. “Cosa è rimasto di quel ragazzo? Sicuramente l’esperienza, gli insegnamenti ricevuti , i consigli ma soprattutto l’aver vissuto da dentro determinate realtà . Ovunque io andrò mi porterò sempre questo grosso bagaglio e cercherò in qualche modo di trasmettere la mia esperienza ai giovani di oggi”.

Mai porsi limiti, rimanendo sempre con i piedi per terra. Un modo di essere e di vivere che è stato una sorta di mantra in tutta la vita sportiva. “So anche che le cose non ti cadono dal cielo, devi andartele a prendere, ciò che semini raccogli, quindi umilmente cerco ogni giorno di allenarmi al massimo delle mie possibilità e chissà che da qui alla fine della mia carriera non mi potrò togliere tante soddisfazioni. Tornare nei professionisti per esempio”.

Basta chiudere gli occhi per rivedere il percorso di tutti questi anni. “I miei momenti più belli?  “La prima partita a 16 anni? Acireale-Viagrande al Tupparello, sicuramente. Poi, il derby, vinto per 4-0, con la maglia della Primavera della Lazio. Mi piace ricordare la vittoria in Lega Pro con la Pro Patria all’ultima giornata di campionato contro il Casale”.

La famiglia è sempre al centro, come del resto la Sicilia. Non gli mancherà di certo quest’anno, pur giocando a Locri. “Quest anno il Girone I del campionato di Serie D è davvero bello ed entusiasmante. Ho fatto una scelta di cuore quest anno, avvicinarmi a casa per poter stare il più vicino alla mia famiglia e dar loro modo di venire a vedere le partite, loro che sono i miei primi tifosi sin da sempre. Quando vedo loro sugli spalti è come se avessi una marcia in più”.

La prima giornata ha di certo regalato non poche sorprese. “sulla carta e dal mercato che hanno fatto , sicuramente ti direi Siracusa , Scafatese , però il calcio non è fatto di nomi, in campo scendono tante altre cose, quindi non mi piace mai fare pronostici”.

Quando pensi a Giordano Pantano la sua storia è rimbalzata su tutti i media nazionali quando scelse di trasferirsi in Islanda, al Selfoss in Serie B. Dall’uomo del Vulcano alla terra dei Vulcani, il passo non è stato così breve.Molti mi chiedono come ho potuto fare una scelta del genere, rispondo semplicemente che certe cose succedono perché in qualche modo devono accadere. Un’esperienza che mi ha dato tantissimo specialmente dal punto di vista umano. Sono partito che ero e ragionavo come un ragazzino, sono tornato che ero uomo. Devo tanto a quella terra. E poi in un certo qual modo con la presenza dei vulcani mi sentivo a casa .

Pantano vive sempre sul momento, ogni sguardo all’indietro è sempre un tassello della vita. “Ho sempre fatto quello che ritenevo giusto in quel determinato momento, quindi ti dico con estrema sincerità che non ho nessun rimpianto e spero mai di averne uno. Fra 10 anni credo staremo qui ancora a fare un altra intervista su dove starò giocando.
Il calcio è la mia passione e più passano gli anni più mi rendo conto di quanto sia importante per me, e appunto per questo me lo voglio tenere il più stretto possibile. Curo ogni singolo dettaglio dall’aspetto mentale a quello fisico per cercare di stare in campo il più a lungo possibile”.

La famiglia è il suo grande orgoglio. Sempre in prima fila, sempre pronti a sostenere le scelte sin da quando lasciò casa a 16 anni direzione Formello. “Spero di dedicare più gol possibili alla mia famiglia, loro sono la parte fondamentale della mia vita, a loro devo tutto quello che ho raggiunto in questi anni , grazie al loro continuo supporto nonostante la distanza e le difficoltà”.

Pantano ci parla anche dello straordinario rapporto con la sorella Ester, bravissima attrice di Makari (e non solo).

“Sono felicissimo, ma soprattutto orgoglioso di quello che mia sorella stia facendo. Ha dimostrato a tutti quanti che se metti impegno in qualcosa e ti dedichi anima e cuore per portare avanti la tua passione, sei destinato a farcela. Lei in questo è un esempio. Ci sosteniamo sempre nei momenti difficili, penso un fratello serva a questo. Le auguro una carriera luminosa”.