Nunzio Calogero si racconta “Game Sport Ragusa straordinaria esperienza”

di Nunzio Currenti

Il cambiamento non gli ha fatto mai paura. Perché ogni nuovo passo, fatto nella direzione giusta, può solo fare bene. E fargli bene.

Nunzio Calogero ha sempre posto questa prerogativa di base nel suo operato da dirigente sportivo. Uno degli artefici del miracolo Marina di Ragusa, oggi, a distanza di anni, ha cominciato la nuova esperienza nel calcio giovanile, andando a ricoprire il ruolo di responsabile nella Game Sport Ragusa, una delle società siciliane più importanti. Un rilancio a tutto tondo, dopo le ultime esperienze a Mazzarrone e Santa Croce. Le prospettive sono rosee.

I numeri – ci spiega – premiano il lavoro della Game con 800 iscritti circa, 500 nella scuola calcio e 300 dei quali solo di settore giovanile. Sono molto orgoglioso del mio ruolo e di tutto quello che mi trasmette quotidianamente. Sono sensazioni nuove rispetto al passato, che mi danno la ricchezza di quello che faccio quotidianamente. La capacità di mettersi in discussione sta alla base di tutto”.

L’esperienza lo ha portato a vivere tutto con calma perché tutto, da ottobre in poi, è stato un percorso di studio e di conoscenza. “Proprio così, ho approcciato tutto con grande senso di responsabilità, cercando di studiare ogni passaggio, ogni esperienza, capire le dinamiche organizzative, conoscere un ambiente che avevo visto sempre distante rispetto al calcio dilettantistico. Ringrazio la società perché mi ha considerato un valore aggiunto in una macchina operativa ben organizzata in tutti settori. Sono felice per tutto questo”.

Nella storia sportiva di dirigente si è sempre confrontato con i giovani. Un aspetto che non è mai passato in secondo piano.Mi è sempre piaciuto incidere o comunque lavorare su dei diamanti grezzi nella mia esperienza con il calcio dilettantistico. Inizialmente qualche difficoltà l’ho incontrata alla Game, perché entrato in un meccanismo societario ben oleato. Ecco perché il mio primo step è stato quello di conoscere prima le dinamiche e, poi, cercare di apportare qualche idea nuova, sempre con il supporto della società”.

“I lati positivi sono stati tantissimi sinora. Lavori con un gruppo non organizzato ma di più. Dentro un gruppo non collaudato ma di più. Dentro un gruppo non professionale ma di più. Dentro un gruppo veramente pieno di competenza, di lealtà, di rispetto, di fiducia. C’è una segreteria organizzata a 360 gradi. Ci sono degli allenatori professionalmente competenti. Quindi posso ritenermi solo fortunato”.

Mesi importanti dove tutto è stato una palestra ricca di spunti.Non è semplice immettersi in un nuovo mondo, le modifiche da apportare per poter contribuire alla crescita di una realtà ben collaudata. Il timore iniziale credo che fosse naturale, giusto, corretto.  Poi mi sono reso conto che tutto dipende da come lavori. Il calcio non è una scienza perfetta. I principi e i valori sono quasi simili sia per una prima squadra che per un settore giovanile perché senza mentalità, senza fame e senza organizzazione e senza un rapporto vero è impossibile crescere nelle società moderna”.

Giordano Carnemolla è stato preso dall’Atalanta, una grande soddisfazione per la Game Sport.  “La società bergamasca ha valutato le potenzialità tecniche, fisiche, la capacità di adattarsi lontano da casa. L’essere autonomo, la determinazione a voler giocare a calcio e realizzare il grande sogno. Siamo fieri di lui”.

Le tentazioni del calcio dilettantistico, tra i grandi, non sono mancate. “Ho avuto diverse offerte, ma sono talmente dentro al progetto Game, che non rientra nelle mie prospettive future valutare un ritorno. Dentro il settore giovanile ho tutto quello che serve per svolgere a pieno il mio lavoro. Tutto è funzionale per svolgere a pieno. Gli ultimi anni, del resto, per me non sono stati bellissimi. A Mazzarrone, spendendo meno della metà rispetto al Modica, eravamo primi a dicembre, per poi perdere il campionato nell’ultima giornata e in finale play off. Vennero meno gli impegni presi dall’allora dirigenza che guidava la società. Ci sono rimasto male perché meritavamo la vittoria sul campo. Lo stesso a Santa Croce. Se dovessi tornare tra i grandi mi porterò dietro il bagaglio di grande esperienza, sulla crescita dei rapporti, sul rispetto dei valori. Ma per il momento va bene così. Sono felice, inoltre, anche dei rapporti con realtà professionistiche di altissimo livello con le quali mi confronto quotidianamente”.

L’entusiasmo di otto anni fa non è venuto meno. Le caratteristiche di quel dirigente appassionato non sono mancate. “Non sono cambiato, mi metto ancora in discussione. C’è un Nunzio Calogero più esperto, più maturo su tanti altri aspetti, dal punto vista professionale e dal punto di vista dei rapporti. Dentro il calcio ho scoperto in questi anni, purtroppo, rapporti di convenienza, ma anche amicizie vere. Io non vivo di calcio, ho un lavoro. E questo oggi mi ha permesso, con l’adeguata serenità e consapevoli degli errori commessi, di vedere tutto nella stessa direzione”.

I giovani talenti siciliani cominciano ad emergere. Alessandro Arena lo conosce bene vista la sua esperienza al Marina di Ragusa. Flavio Russo ha segnato il primo gol in B. “La differenza è posta in essere dalla fame, dalla voglia di fare bene. Il ragazzino che vuole emergere, deve portare avanti determinati valori, la scuola prima di tutto, la cultura fondamentale dentro il mondo calcio. E, poi, serve, il lavoro, la voglia di sacrifici. Un ragazzino deve mentalizzarsi dai 12 anni e preservare il suo sogno”.