19 Settembre 2024, 17:38
Il calcio dei pionieri ancora esiste. Il Santa Domenica Vittoria – vittoriosa all’esordio domenica sul Gemini – ha in Nino Mollica, la sua anima più rigogliosa. La società compie quest’anno 50 anni, ma si ritrova sul piano logistico a fronteggiare diverse problematiche.
La passione, il coraggio, la voglia di crederci spingono, però, sempre molto lontano. “Le distanze ci penalizzano – ricorda Nino Mollica – perché ci ritroviamo a 80 chilometri da Catania e a 120 da Messina. Poi, la nascita del Bronte Calcio in Prima Categoria chiaramente non ci ha permesso di avere i giocatori locali che hanno possibilità di giocare nella loro città. Convincere i giocatori a indossare la nostra maglia non è facile in Promozione. Inoltre, abbiamo difficoltà notevoli da qualche anno perché dobbiamo affrontare una problematica notevole legata al calo demografico. In pochi Santa Domenica si è spopolata, da 3mila oggi contiamo 900 abitanti”.
I dati non mentono mai, fanno riflettere, creano non poche riflessioni sul futuro. “Abbiamo fatto – continua – una scelta di integrazione, agganciando ben 9 argentini. Grazie all’intervento di un procuratore, sono venuti a vivere nella nostra realtà, lavorano sui campi e nei pub, giocano a calcio. Insomma, si sono trasferite con le nostre famiglie. Il campo è ormai pronto. La struttura consolidata ci consentirà di andare avanti”,
Il campionato è partito con il botto con la vittoria su un campo difficile come quello del Gemini. Un campionato che ha visto una gestazione difficoltosa nella creazione della squadra, ma che la passione ha portato ad andare lontano.
“Se oggi avessimo potuto contare sulla squadra dello scorso anno con gli argentini . Ora noi vogliamo disputare un campionato certamente tranquillo, provando a toglierci qualche soddisfazione. La presenza di Vicenzo Colonna, portiere di assoluta garanzia in una squadra costruita con prerogative definite, blinda il nostro reparto”.
Mollica apre il suo libro personale tra aneddoti e storia. Lui che è stato preparatore di Leonzio, Atletico e di diverse squadre blasonate con allenatori importanti. Lui che è voluto bene. Lui che si emoziona quando ricorda il calcio, il suo, condito di sacrifici e passione, quando si giocava in strada. “Il futuro è una pagina da scrivere. Il campo ora è pronto. Da due anni sono in pensione, vorrei lavorare con i ragazzi. Ma non è facile perché il paese si è impoverito sul piano demografico. Oggi abbiamo solo la juniores, sino a qualche anno addietro avevamo tutte le categorie… Nessuno pagava”.
Lo guardiamo negli occhi. Determinato e appassionato. Mollica è così, stato sempre così. Interprete di un calcio che ancora sa di poesia. Di un calcio dilettantistico che tocca il cuore.
Pubblicato il
19 Settembre 2024, 17:38