Rosario Amato, nessun aiuto e l’Iccarense è costretta a rinunciare alla Prima
di Davide MancusoPrima Categoria07 Settembre 2024 - 17:17
“Costi di gestione troppo alti, mancati stimoli e nessun aiuto da parte dell’Amministrazione comunale“. Queste le ragioni alla base della scelta dell’Iccarense, presieduta da Rosario Amato, di non iscriversi al prossimo campionato di Prima Categoria.
Una rinuncia già formalizzata in Lega e che pone fine, per il momento, alla storia della società di Carini che dal suo primo campionato Lnd, la Terza categoria Palermo nel 2016, ha vinto tre campionati arrivando in Promozione, retrocedendo lo scorso anno dopo il 9° posto del 2022-23.
“Gli sforzi economici per sostenere la squadra sono diventati troppo onerosi – spiega Amato – La mia non è una famiglia di imprenditori e i sacrifici sono purtroppo insostenibili. Gli sponsor sono pochi e nessuno collabora. Ancora per due anni abbiamo la gestione del campo da gioco Agliastrelli, un campo in terra battuta che necessita di manutenzione continua. Servono inoltre interventi straordinari come il miglioramento degli impianti di illuminazione e di riscaldamento. Lavori sui quali l’amministrazione comunale non vuole contribuire“.
“Alla luce di queste difficoltà – spiega Amato – abbiamo deciso di non iscriverci in Prima Categoria e di puntare sul settore giovanile, costruendo una forte Under 19“. Il calcio giovanile è d’altronde stata da sempre l’attività principale dell’Iccarense da cui negli anni sono usciti ottimi prospetti come Tomasello, finito alla primavera del Milan, Cracchiolo al Sassuolo o Anselmi al Messina, oltre a numerosi calciatori transitati poi nel settore giovanile del Palermo.
“Nel 2016 quando ci siamo aggiudicati il bando per la gestione dell’Agliastrelli – continua Amato – abbiamo colto l’occasione per confrontarci con il calcio dei grandi ottenendo grandi soddisfazioni e grandi risultati conquistando la Promozione sul campo, vincendo tre campionati e non usufruendo mai di ripescaggi“.
A contribuire alla scelta della rinuncia anche la mancata riassegnazione dell’area polivalente “Zona Peep” nei quali l’Iccarense disputava le gare di Calcio a 5. “Abbiamo investito oltre 100.000 euro negli anni in cui abbiamo gestito la struttura, rivalorizzandola e rimettendola in funzione dopo che per anni era stata vandalizzata. Aver perso quella che era anche una fonte di introito per la società è stato un ulteriore motivo in più per scegliere di ridimensionarci”.
Anche la rinuncia, lo scorso anno, del Città di Carini, l’altra squadra cittadina impegnata in Promozione ha contribuito alla scelta dell’Iccarense. “La mancanza del derby cittadino ha fatto venir meno anche questi stimoli. Il derby “paesano” è sempre qualcosa che accende l’interesse e la rivalità oltre che la passione”.
In chiusura una riflessione e un messaggio alla Lega. “Tante società sono in difficoltà – sottolinea Amato – e hanno scelto di fondersi o come noi di rinunciare. Va fatta una profonda riflessione sugli alti costi di gestione e come non far disperdere patrimoni sociali e centri di aggregazione per i giovani”.