Enna, Pagana pensa alla Sancataldese: “Gara tosta, ci faremo trovare pronti”
di Nunzio CurrentiSerie D11 Settembre 2024 - 20:38
Il senso dell’orgoglio e dell’appartenenza nel calcio sono sensazioni speciali e difficili da ritrovare. Quando senti parlare Pagana, allenatore dell’Enna, tutto emerge in ogni singola parola. “Allenare la squadra simbolo della mia provincia mi rende davvero orgoglioso”.
Sinora il suo Enna ha risposto presente. Vittoria a Caltanissetta ai rigori, colpo grosso a Favara, sempre in Coppa Italia, e pari nella sfida con gli agrigentini. Tre indizi che fanno una prova. L’Enna è vivo, ha qualità, magari non ha quell’esperienza necessaria in un campionato così difficile, ma ha gamba, corsa e grande testa, caratteristiche a cui Pagana tiene nella costruzione delle squadre.
“Ho detto ai ragazzi – spiega Peppe Pagana – sono contento di come sta evolvendo il lavoro. I ragazzi hanno formato un gruppo granitico, nonostante la giovane età. Noi siamo la squadra più giovane del campionato con tanti giocatori under. Sinora abbiamo mai perso e questo è un dato di fatto perché i miei giocatori lavorano bene dal primo giorno e, in campo, riescono ad avere sempre quell’equilibrio che a volte a quell’età è difficile trovare. Qualcosa ci manca con una squadra più esperta avremmo avuto più opportunità nella gestione delle gara”.
Pagana parla con orgoglio del gruppo: “La parola d’ordine è lavorare per crescere. Siamo sulla strada giusta. Perché pareggiare a Favara non era di certo così facile. Si tratta dell’inizio di un lungo cammino costruito con grande criterio, rispettando il budget e lavorando con oculatezza. Rotonda? Poter contare sui giovani calciatori che ho allenato mi consente di partire da una posizione di vantaggio. Metti qualità dentro nel rispetto del borsino economico a disposizione per il mercato”.
La società sta lavorando a 360 gradi per affrontare questo campionato e, dopo due stagioni, dove l’investimento è stato molto alto. “Le scelte di questa società sono state sinora oculate. Un esempio? Casa Enna rappresenta un modello per chi vuole costruire rispettando il bilancio. Lavorare con i giovani costituisce una prerogativa necessaria per costruire progetti importanti. Questa società non fa proclami, promette sempre quello che può fare. Alla lunga questo fa sempre la differenza”.
Peppe Pagana, orgoglio del calcio ennese, simbolo di Troina, quel Troina che ha allenato e portato a un passo dalla storica Serie C. “Allenare l’Enna mi riempie tantissimo di orgoglio perché Enna è il capoluogo della nostra provincia. In questo momento è la massima espressione del calcio nella provincia di Enna, unica squadra in Serie D. Il fatto che loro si siano affidati a me per il mio passato sia da calciatore ma anche da allenatore negli ultimi anni perché vogliono iniziare a costruire qualcosa di importante per il presente e il futuro. Non a caso ho firmato un contratto biennale perché vogliono costruire qualcosa che si possa strutturare nel tempo e diventare un punto di riferimento per tutta la provincia di Enna”.
Un passo indietro, una ferita ancora aperta. Perché quel gol annullato ai supplementari dello spareggio di Reggio Calabria ancora fa male. “Ci penso – continua Pagana – perché è stata un’ingiustizia che non trova una giustificazione perché non c’era fuorigioco. Meritavamo di scrivere quella storia. Quel gruppo aveva dominato il campionato dalla prima giornata. Non doveva finire in quel modo. Qualcosa non è mai tornato. Voglio bene a tutti loro. Per me sono come dei figli, fortunatamente con i miei ex calciatori instauro un rapporto quasi paterno perché quando li alleno diventano tutti i miei figli. Sono felice che quei ragazzi presi alcuni dalla Promozione hanno fatto carriera e realizzato il sogno di giocare a calcio”.
Domenica arriva quindi la squadra di Orazio Pidatella nel secondo derby in campionato. “Sono una buona squadra costruita con intelligenza. Partono da un blocco importante l’anno scorso ho fatto bene in serie D a Canicattì. Stimo Orazio tantissimo non solo come allenatore ma anche come calciatore. Con lui ho avuto l’esperienza di un ritiro nel primo anno a Paternò. Lui faceva parte del gruppo ed era uno dei ragazzi che già allora si vedeva che voleva arrivare non solo come calciatore ma anche nella vita, molto serio e rispettoso. Alla lunga tutto questo paga”.
“Sarà una partita difficilissima, ma quest’anno partite facili non ce ne saranno. Le squadre sono state costruite tutte bene, non ci sono squadre deboli. Tutte le partite saranno delle finali. Quest’anno arrivare a 40-42 punti è difficilissimo e, quindi, ogni punto vale oro. Domenica sarà la battaglia tra due squadre che come obiettivo hanno quello di mantenere la categoria che sicuramente sarà una battaglia in campo e uno spettacolo in tribuna per i tifosi ennesi che ritrovano in casa la D”.