24 Marzo 2024, 07:17
Una sfida da vincere. Una sfida per avvicinare l’obiettivo che è ormai vicinissimo. In 11 partite 17 punti nel girone di ritorno e un cambio di passo che ha permesso al Canicattì del tecnico Orazio Pidatella di presentarsi in questo rush finale con un portafoglio di punti. “Stagione un po’ travagliata – ci spiega Pidatella – siamo partiti benissimo, poi strada facendo ci siamo complicati la vita, nel girone di ritorno ci siamo immessi sulla strada giusta”.
I numeri non mentono mai del resto. Il girone d’andata diviso in due segmenti. Il primo molto promettente, il secondo segnato da 1 sola vittoria in nove partite. Nel ritorno l’ulteriore cambio di passo ha scritto chiaramente la storia attuale di un Canicattì decimo in classifica con 35 punti.
“La partita contro il Locri– confessa – è uno scontro diretto; quindi, ci siamo preparati già dal martedì dopo Casalnuovo. Incontriamo una squadra che non è più quella delle prime partite del girone di andata, quindi dei 25 punti che possiedono, tanti ne sono maturati dopo la finestra di mercato di dicembre; quindi, non c’è da stare sereni”
“Noi non pensiamo di essere vicini al nostro obiettivo, perché non vogliamo fare calcoli e tabelle, però sappiamo che abbiamo una condizione dove tutto dipende da noi e per avere questa condizione, in questa fase del campionato, abbiamo lavorato, remando tutti dalla stessa parte”
Il campionato è stato dominato dal Trapani
“Il Trapani sta riscrivendo la storia della Serie D, perché è ancora imbattuta in campionato ed è in finale di Coppa Italia. Siracusa e Vibonese si possono rimproverare poco al cospetto di una squadra, come quella granata, che ha saltato ostacoli, come se nulla fosse”.
Il mercato ha cambiato il volto di diverse squadre.
“Ogni anno è la stessa storia. Il campionato cambia volto in inverno. Il nostro compito ora è completare la missione, la nostra missione”.
Un patrimonio di punti non indifferente quello del Canicattì.
“Il Canicattì gioca da 5 anni in campo neutro. I punti nostri e quelli del Licata – entrambi a Ravanusa – valgono davvero doppio. Tutto è più sofferto. Ognuno ha fatto un buon lavoro, la società, gli uomini dello staff, i calciatori, tutti. Credo che i ragazzi che hanno sempre dato l’anima meriterebbero di essere aiutati di più, con maggiore presenza di pubblico, perché il patrimonio della serie D non è della società, ma credo che sia un po’ di tutti e andrebbe tutelato da tutti”.
I giovani in Serie D sono sempre argomento di discussione
“Io togliere l’obbligo di schierarli. Un giovane se è bravo gioca a prescindere. Manca una buona porzione di giocatori . dai 22 anni in su. Appena finisco di essere juniores, in particolare. Noi ad esempio schieriamo un 2006 Frangiamone, che è bravo ed è interesse della società metterlo in campo e valorizzarlo. Al cospetto magari di chi ti mette in campo juniores più grandi capitalizzando la formula che il prossimo anno vedrà la riduzione di un under”.
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24 Marzo 2024, 07:17