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Aragona, la discesa senza fine della squadra di Mercante

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11 Marzo 2025, 10:00

Per l’Aragona di Mercante questo 2025 si sta rivelando una lunga e amara discesa. I leoni agrigentini, che avevano chiuso il 2024 con la fiera baldanza di chi si sente padrone del proprio destino, ora sembrano incatenati da una crisi profonda e avvilente.

Da terza forza del campionato a sesta

Terza forza del campionato fino a dicembre, con 23 punti e un distacco tutto sommato colmabile dal Kamarat secondo (-4 punti)  e dal Giarre capolista(-6), oggi la compagine biancoazzurra vaga senza più ruggire, relegata a un’anonima sesta posizione a quota 30 punti.
I numeri di questa débâcle parlano chiaro, come una sentenza inappellabile: due sole vittorie, un pareggio e ben cinque sconfitte nelle nove gare del girone di ritorno. Un ruolino di marcia che più che da pretendente ai playoff, sa di squadra senza più bussola. La difesa, un tempo arcigna e invalicabile, ora imbarca acqua da ogni lato: dodici gol subiti nelle ultime nove giornate, lo stesso numero di quelli segnati.

L’equilibrio perduto

Un equilibrio stagnante, che pesa come un macigno su una squadra che, nel girone d’andata, nelle medesime partite aveva segnato 18 gol incassandone appena otto.
Ma non è solo questione di cifre. È il piglio ad essere cambiato.

L’ardore bellicoso che aveva reso l’Aragona una squadra temibile sembra ora spento, dissolto tra la paura di sbagliare e la mancanza di idee. Eppure, qualche rimasuglio di quella grinta affiora ancora, come nelle prodezze di bomber Gambino, mattatore instancabile con le sue 19 marcature stagionali. Il problema è che non basta un solo leone a ridestare un intero branco. Serve uno scatto d’orgoglio collettivo, una ritrovata compattezza di squadra.

L’ultima vittoria in trasferta contro il Santa Domenica Vittoria (1-2) è un bagliore nella notte, una scintilla di speranza. Ma il ritardo dal Gemini Calcio, attuale padrone dell’ultimo posto utile per i playoff, è di cinque lunghezze: una voragine che, alla luce dell’attuale condizione, appare quasi incolmabile. E così l’Aragona si ritrova sospeso in un limbo, troppo distante dalle vette che accarezzava solo pochi mesi fa, eppure incapace di arrendersi del tutto. Il tempo dirà se questo leone ferito avrà ancora la forza di ruggire.

Pubblicato il

11 Marzo 2025, 10:00

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