Antonio Scrò (Marineo) “Il calcio giovanile in Italia è in stato confusionale”
di Valentino SucatoGiovanili03 Agosto 2024 - 08:09
Tanto si è detto in questi anni sulle potenzialità del calcio giovanile, sullo spreco di talenti, su metodi e figure apicali spesso non adatti e dunque l’assenza di prospettiva per il nostro calcio professionistico. E in più l’ inquietante presenza di addetti ai lavori che gravitano nei vari campi sportivi il cui principale obiettivo è il business. Ne parliamo con Antonio Scrò responsabile settore giovanile dell’ Oratorio San Ciro e Giorgio Marineo.
Calcio giovanile in Sicilia un movimento con tanti luci ed ombre. Qual è il tuo punto di vista?
“Credo che troppe scuole calcio pensano solo ai numeri a discapito della formazione del singolo individuo, molte altre tra cui squadre professionistiche, nel 2024 ancora si concedono a favoritismi e raccomandazioni per poi cercare i talenti chissà dove. E quando arriva il momento di affrontare i campionati di giovanissimi e allievi che dovrebbero essere il trampolino di lancio verso il calcio dei grandi, ci si ritrova con squadre dal basso livello”.
Da giovanissimo hai giocato in varie località del centronord, quali sono state le esperienze e i momenti di crescita?
“La mia formazione calcistica con il settore giovanile è passata dal Milan con Evani e Baresi affrontando campionati nazionali.Vanto con orgoglio un campionato nazionale vinto con la rappresentativa Lombarda, tra i vari compagni di squadra : il compianto Morosini, Marco Motta, Viviano, Consigli, Marzoratti, Capelli e tanti altri. Poi lanciato nel mondo dei grandi in serie A con il Modena di Malesani avendo affrontato prima anni molto belli con la allievi e primavera allenato da mister Ivo Pulga.”
Il peso delle differenze tra Nord e Sud?
“Al nord si concentra la maggior parte delle squadre professionistiche, di conseguenza vi sono strutture all’avanguardia con addetti ai lavori ferrati sul mestiere e quindi è normale che ci sia un disequilibrio tra nord e sud nella crescita dei giovani calciatori”
Nel tempo come è cambiato il calcio giovanile ad esempio rispetto a 25/30 anni fa?
” Il calcio giovanile in Italia è in stato confusionale rispetto a 25 anni fa è molto peggiorato, non riusciamo più a scovare e coltivare i talenti del domani perché orbitano troppi direttori sportivi e procuratori che sono la rovina di questo mondo. In più ci mettiamo che tutti pensano di poter allenare ed ecco che il giocattolo si rompe”
Scuola-calcio si, scuola-calcio no! Come la pensi?
“Si deve ripartire dalla libera interpretazione di chi va in campo, lasciare spazio all’estro. Non fossilizzarsi troppo sui moduli o schemi. Lasciamo i ragazzini liberi di esprimere il loro valore, solo così metteranno in mostra le loro caratteristiche. Il mister bravo è colui che riesce ad esaltare la qualità migliore di ogni singolo giocatore.”
Sei “sotto la Rocca” da alcuni anni qual è il potenziale di Marineo e dei paesi vicini?
“Sono entusiasta di quello che con tanta volontà e fatica sto tirando su con l’aiuto dei miei collaboratori. Lavorare in un paese ha i suoi pro e contro. Di certo è un ambiente sereno dove far crescere i ragazzi senza le rivalità che si vivono in città tra le varie scuole calcio. Stiamo cercando di far abituare soprattutto i genitori alla mentalità sportiva che deve vedere impegnati i propri figli in toto, con costanza e senza pause alle quali erano abituati magari nei mesi invernali. Lo sport forgia il carattere per cui si lavora sempre e comunque!
Un consiglio ai genitori!?
“Cercate per i vostri figli la competenza dello staff di una scuola calcio, il calcio è un arte, non può insegnarlo un falegname o un idraulico o un impiegato di banca, con tutto il rispetto“
Tablet, telefonini stanno cambiando il modo di vivere dei ragazzi? Più sedentarietà e meno sport?
“Viviamo ormai nel mondo della tecnologia avanzata, sarebbe assurdo chiedere ad un bimbo di rinunciare ad un tablet, piuttosto credo sia più un problema della formazione impartita dai genitori diventati volubili e meno rigidi. Molte volte distratti dai troppi impegni in questo mondo che corre troppo. La pratica dello sport in generale credo debba essere obbligatorio in tenera età perché porta solo benefici”