Villafranca, la parabola discendente della squadra di Cannaò
Promozione19 Febbraio 2025 - 09:30
La palla è tonda, il calcio è scienza inesatta, ma il declino del Villafranca nel 2025 ha cause fin troppo chiare. La formazione guidata da Antonio Cannaò, che a inizio stagione si era guadagnata il titolo di contendente principale al trono del Messana, sta ora vivendo una crisi di identità tattica e tecnica che l’ha relegata al settimo posto, a quattro lunghezze dalla zona playoff.
Crisi di identità e rendimento altalenante
A pesare come un macigno è il rendimento altalenante di questo nuovo anno: dieci punti raccolti su ventuno disponibili sono lo specchio di una squadra che ha smarrito la brillantezza di inizio stagione. E dire che, affrontando le stesse avversarie nelle prime sette giornate, il Villafranca aveva ottenuto diciotto punti, lo stesso bottino della capolista Messana. Ma il calcio è gioco crudele per chi si specchia nelle proprie illusioni: l’ultima parte del girone d’andata e l’avvio del 2025 hanno trascinato i biancoverdi in una spirale negativa. Le sconfitte contro Galati e Nuova Rinascita, quest’ultima con un 4-2 maturato dopo due rimonte subite, sono ferite ancora aperte. Il pareggio casalingo contro l’Aluntina è un altro macigno sulle speranze di alta classifica.
Attacco sterile e difficoltà offensive
Il problema, però, si annida nella fase offensiva: nelle prime sette partite del 2025, il Villafranca ha realizzato appena 9 reti e subite 8, contro le 17 realizzate e le 9 subite dello stesso periodo nel girone d’andata. Una regressione chiara, figlia dell’assenza di un vero leader offensivo.
Cannaò ha cercato più soluzioni, ma il tabellino parla chiaro: il trono dei marcatori biancoverdi è occupato da tre giocatori – Yakubu Yussif, Manuel Rando e Riccardo Libro – appaiati a quota cinque reti. Sommati, non arrivano nemmeno alla metà delle trentuno marcature totali della squadra. Il Villafranca segna poco e male, fatica a sbloccare le partite sporche e perde punti per strada. La discesa in classifica è stata inevitabile, e ora servono soluzioni per evitare che la stagione scivoli nel limbo dell’anonimato.