Zamparini e il Palermo: successi ed esoneri del patron rosanero

di Redazione

 

C’è chi lo ha definito “eroe dei due mondi”, anche se tra i suoi due “terreni d’azione” non vi è, come nel caso di Giuseppe Garibaldi, l’Oceano Atlantico, ma piuttosto una catena montuosa (gli Appennini) e un mare (il Tirreno). Stiamo parlando di Maurizio Zamparini; e i suoi “due mondi” sono stati Venezia e, ovviamente, Palermo.

Zamparini è stato in Sicilia per ben sedici anni, dal 2002 al 2018, sicuramente la migliore fase storica del calcio a Palermo!

 

Gli inizi con il Venezia

Friulano (nato nel 1941, in provincia di Udine), Zamparini è stato prima di tutto un imprenditore, dedito prevalentemente a fondare, acquisire, vendere centri commerciali: dalla catena Mercatone Zeta (venduta, poi, alla francese Conforama) al centro commerciale palermitano Conca d’Oro, tutto porta la firma dell’imprenditore friulano.

Ma è il calcio la vera passione di Zamparini; non quello giocato, dal quale si ritira a vent’anni, appena raggiunto il campionato Interregionale con la Trevigiana, ma quello da patron!

Acquista il Pordenone Calcio (serie C2) nel 1986, per cederlo dopo due anni, per di le quote di maggioranza del Venezia da un altro imprenditore, Luciano Mazzuccato. Il suo obiettivo è quello di creare una grande squadra, che dalla serie C possa arrivare rapidamente in A; per questa ragione, fonde il Venezia con il Mestre e riparte dalla C1. Basteranno una decina di anni ai lagunari di Zamparini per approdare alla massima serie.

 

Il ratto dei veneziani e l’approdo a Palermo

Un imprenditore, si sa, è portato a investire di continuo, alla ricerca di stimoli e successi continui. E così, Zamparini lascia la Laguna per la Sicilia. È il 21 luglio 2002, quando Franco Sensi cede per 15 milioni di euro le quote di maggioranza del Palermo a Zamparini.

Il friulano non se ne va da solo, ma porta con sé l’allenatore, Ezio Glerean, e ben 12 giocatori del Venezia. Zamparini ha sempre amato fare le cose a modo suo, senza andare troppo per il sottile, ma i tifosi del Venezia non gli perdoneranno mai di aver lasciato una squadra dimezzata, senza allenatore e senza presidente a ritiro precampionato già iniziato! E senza stadio: Zamparini aveva in progetto la costruzione di un nuovo impianto, ma sembrerebbe che siano state proprio le difficoltà incontrate nell’ottenimento dei permessi a spingerlo ad abbandonare il Veneto.

Fatto sta che, in quel caldo luglio 2002, il ct Glerean, il portiere Rossi, i difensori, Bilica, Conteh e Modesto, i centrocampisti Lai, Marasco, Morrone, Ongfiang, Santana e Soligo e gli attaccanti Di Napoli e Maniero lasciano l’hotel del ritiro del Venezia a Borgo Valsugana e si spostano di un centinaio di km, per raggiungere Longarone, sede del ritiro del neonato Palermo. Assieme ai due nuovi acquisti Budan e Ciullo, dal ritiro nel bellunese, Zamparini dà inizio alla rinascita della squadra rosanero.

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I campioni passano da Palermo, grazie a Zamparini

Le scelte di Zamparini sembrano ripagare. La promozione in A è mancata di un soffio alla prima stagione, mentre arriva implacabile l’anno successivo, soprattutto grazie a capitan Corini e ad uno strepitoso Luca Toni, che, con trenta goal in serie B e venti in serie A, oltre a trascinare i rosanero, stacca un biglietto per i mondiali del 2006! Certo, prima passerà da Firenze, ma a Palermo è già un grande bomber.

Altri acquisti di Zamparini che hanno segnato tanto il Palermo calcio, quanto la futura nazionale Campione del mondo sono Fabio Grosso, Andrea Barzagli, Cristian Zaccardo, Simone Barone. A questi, vanno aggiunti sicuramente tanti altri nomi, come Lamberto Zauli, in campo a far da spalla a Luca Toni, Mark Bresciano, Edison Cavani, Salvatore Sirigu, Federico Balzaretti, Amauri, Josip Ilic (98 partite e 20 goal) e Javier Pastore (noto a Palermo per una tripletta al Catania e per i 42 milioni di euro del passaggio del suo cartellino al PSG).

E come non citare Fabrizio Miccoli e i suoi 74 goal in 165 partite in rosanero? Oppure un certo Paulo Dybala o ancora Andrea Belotti e il macedone Ilija Nestorovski?

I tifosi rosanero, poi, non possono dimenticare le grandi soddisfazioni del calcio giocato nell’era Zamparini, come quel 4 ottobre 2009, quando il Palermo, grazie a due tocchi magici rispettivamente di Edison Cavani e di Simplicio, battano la Juventus di Buffon, Chiellini, Grosso, Camoranesi, Trezeguet, … e scusate se è poco!

Per non parlare di quattro qualificazioni in Coppa Uefa – Europa League, una finale di Coppa Italia (e quinta partecipazione all’Europa League) e due mancate qualificazioni alla Champions per soli due punti.

 

Il senso di Zamparini per gli arbitri

L’era di Zamparini al Palermo, come si sa, non terminerà bene: una cattiva gestione dei fondi, avvicendamenti societari, scarsi risultati, retrocessioni e, alla fine, la cessione del club.

Sedici anni, durante i quali il patron rosanero si è fatto conoscere come il “mangia allenatori”. Sapeva scegliere i giocatori giusti per rendere grande il Palermo, ma aveva fiuto anche con i ct, salvo poi pentirsene in corso d’opera ed esonerarli, senza farsi troppi problemi.

Se a Venezia, Zamparini era riuscito a portare Gian Piero Ventura, Cesare Prandelli e Luciano Spalletti, a Palermo grazie a lui sono approdati Francesco Guidolin, Gigi Delneri, Delio Rossi, Roberto De Zerbi, Gennaro Gattuso, Walter Zenga, Stefano Pioli e Gian Piero Gasperini, per citarne alcuni.

La sua impulsività ha fatto sì che lui sia noto, ancora oggi, come il presidente con il maggior numero di esoneri di allenatori all’attivo, oltre 60 solo nelle categorie Pro, per un totale di 35 allenatori nei sedici anni a Palermo.

La stagione in cui Zamparini ha dato “il meglio di sé” è stata quella del 2015-16, quando, sulla panchina rosanero, si sono succeduti ben otto allenatori: Iachini (in carica per 12 giornate), Davide Ballardini (sette), Fabio Viviani (una sola partita), Giovanni Bosi in accoppiata con Guillermo Schelotto (poi sarà confermato solo Bosi), Iachini (di nuovo, solo per due giornate), Walter Novellino (tre giornate) e, infine, ancora Davie Ballardini (a fine stagione, confermato per quella successiva, ma esonerato alla terza giornata)!

Altri record di Zamparini sono quelli dell’esonero di un allenatore ancor prima dell’inizio del campionato (sorte capitata a Stefano Pioli nella stagione 2011-12) e quelli dell’esonero di due allenatori, nonostante la vittoria ottenuta sul campo: è capitato a Iachini, dopo l’1-0 sul Chievo Verona (2015-16), e a Ballardini, dopo la vittoria di misura sull’Hellas Verona (stessa stagione).